Maria Amata Garito



Saggi e Pubblicazioni

In quest'area è possibile consultare i saggi della Professoressa Garito, frutto di interventi a conferenze internazionali e pubblicazioni di testi ed articoli. Dove indicato esplicitamente sono riportati i saggi frutto di collaborazioni della Professoressa Garito con altre personalità del mondo accdemico ed istituzionale.

[Conferenza ITU TELECOM]

"L'Universita' per il Nuovo Mercato del Sapere" (Versione italiana)

AutoreM. A. Garito  Luogo/DataAmerica 2000 - Rio de Janeiro 10, 15/04/2000

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Abstract

 La sfida per l’università nella società della conoscenza.

Le nuove tecnologie della comunicazione allargano enormemente l’accesso alla conoscenza. Le reti telematiche, la televisione satellitare, Internet, la realtà virtuale modificano i processi di comunicazione del sapere e quelli della loro acquisizione. Si creano canali capillari di diffusione che offrono nuove e inedite possibilità di una piena democratizzazione dell’accesso alla formazione e all’istruzione. E non a caso per caratterizzare queste potenzialità si parla del passaggio da una società dell’informazione ad una società cognitiva. È una rivoluzione sociale e culturale quella che stiamo vivendo ed essa rimette in discussione i modelli istituzionali e tradizionali della scuola e dell’università. Infatti, i corsi di formazione che sono oggi disponibili grazie alle nuove tecnologie, permettono l’acquisizione di conoscenze e di competenze anche fuori dalle strutture educative e formative tradizionali:ognuno può apprendere attraverso le reti telematiche.

Le istituzioni formative di fronte ai processi di cambiamento che caratterizzano e caratterizzeranno sempre più questa fase di trasformazione devono: innovare costantemente i contenuti delle discipline;-riorganizzare i curricula;- individuare nuove direzioni di sviluppo legate alle specificità di un mercato del lavoro flessibile ed internazionale. Concentrando l’attenzione a livello universitario ,si può affermare che emerge l’esigenza di una nuova funzione per l’istituzione universitaria, quella della formazione continua e quindi degli strumenti e dei meccanismi per espletarla. Oggi ciò che spinge il singolo a iscriversi a corsi di formazione continua di livello superiore non è più, come accadde nel dopoguerra, il desiderio di inserirsi nel sistema produttivo al livello più elevato.

Oggi, la motivazione risiede nella possibilità di acquisire in modo rapido una competenza specialistica che consenta di rimanere nel sistema che si ristruttura e trovarvi una nuova collocazione. Ciò significa che l’università deve essere in grado di trasmettere delle conoscenze "just in time", a flusso continuo, cosa per cui non è stata concepita. A questi mutamenti sui contenuti si accompagna la necessità di rivedere modelli e metodi dell’insegnamento e dell’apprendimento per la modificazione profonda che le nuove tecnologie inducono nei nuovi modi di trasmissione delle conoscenze. In questo contesto, l’università, istituzione che ha soddisfatto per anni i bisogni di formazione avanzata, deve dunque, se vuole avere un ruolo adeguato alla sua tradizione e alla sua potenzialità nello sviluppo culturale e sociale, individuare nuove strategie che le consentano di rispondere ai nuovi bisogni e di raggiungere nuove utenze. Se l’università non affronta questa nuova sfida rischia di fare con l’insegnamento un percorso simile a quello fatto con la ricerca.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, infatti, la maggior parte delle università europee ha perso il ruolo principale di sede di produzione del sapere. La ricerca finalizzata e applicata si è sviluppata principalmente nelle istituzioni pubbliche di ricerca e all’interno di grandi apparati industriali dotati di importanti laboratori, spesso finanziati dai governi nazionali, dove si sono attuate ricerche orientate allo sviluppo di prodotti rispondenti alla logica del mercato. Le conseguenze negative di questo processo sono in alcuni casi evidenti. Ritornando alla formazione, bisogna constatare che oggi ci sono molte agenzie esterne all’università che hanno attivato strutture di formazione avanzata e hanno organizzato propri sistemi di insegnamento a distanza basati sull’utilizzazione delle nuove tecnologie didattiche. L’analisi dei contenuti e dei modelli psicopedagogici di questi corsi di formazione mettono però in evidenza che in molti casi, gli interventi formativi non sono orientati a sviluppare conoscenze e competenze in modo critico e problematico. Si profila di conseguenza all’interno della società dell’informazione, lo sviluppo di un sistema educativo e formativo allargato e aperto che presenta notevoli potenzialità, ma anche forti rischi.